ASSURE con uno studio di 18 mesi guidato dall’Università dell’Alabama, la Mississippi State University, The National Institute for Aviation Research presso la Wichita State University e molti altri ha investigato il rischio di lesioni in seguito all’impatto di un drone, usando modelli commerciali e manichini da crash test. I ricercatori non solo volevano vedere quali infortuni risultassero, ma anche sviluppare la metodologia dei test di sicurezza e formulare raccomandazioni alla FAA per l’elaborazione delle regole. È l’unico studio scientifico completo del suo genere al mondo. E ha verificato che i droni sono più sicuri di quel che sembra, ma c’è ancora tanta strada da fare.
Tra le buone notizie, ASSURE (Alliance for the Security of UAS Methods by way of Analysis Excellence) ha scoperto che i piccoli droni, per lo più in plastica, sono molto flessibili e hanno una grande elasticità. Così tendono ad assorbire una quantità significativa di energia d’impatto. Lo afferma David Arterburn, il principale investigatore di ASSURE. “Un malinteso comune è che ogni drone è una roccia, quindi quando ti colpisce, ti farà male come una roccia. Ma non è proprio così: non solo la massa, ma anche la metodologia costruttiva hanno un ruolo nel potenziale lesivo dell’impatto”.
Anche cadaveri per simulare i vivi
ASSURE ha condotto 512 prove di impatto e simulazioni utilizzando 16 veicoli diversi, tra cui droni di largo consumo come Phantom e Mavic Pro di DJI, nonché vari oggetti e carichi utili (batterie, blocchi di legno) con pesi compresi tra 3 etti e 6 chili. Sono stati effettuati test di impatto completi su tutto il corpo e altri specifici solo per la testa e il collo, usando non solo manichini da crash test ma anche cadaveri.
I test sono stati eseguiti con gli stessi criteri usati per i crash test automobilistici, e un motivo c’è: uno degli obiettivi di ASSURE è di adattare tale metodologia ormai ben conosciuta al volo commerciale dei droni. Oltre a formulare raccomandazioni alla FAA, l’organizzazione sta anche cercando standard di sicurezza globali.
Di solito te la cavi con poco, ma attenzione agli occhi!
Le lesioni più comuni sono state lacerazioni, tagli e contusioni. Arterburn afferma che la scienza inesatta delle commozioni cerebrali ha impedito una valutazione realistica del rischio di quel tipo di lesione. Si è verificato solo un incidente con gravi lesioni oculari, sebbene ASSURE riconosca che le eliche sono micidiali per gli occhi, questo è il rischio maggiore. Tra le sue raccomandazioni alla FAA vi sono paraeliche (oggi obbligatori in Italia per i trecentini inoffensivi) e lo sviluppo di procedure di mitigazione medica. I ricercatori hanno fatto tutto il possibile per garantire che i test fossero controllati, coerenti e basati sul metodo scientifico; il direttore di ASSURE Stephen P. Luxion però mette le mani avanti: “Abbiamo ancora molta variabilità”, riconosce. “Anche uno spostamento minimo, di mezzo centimetro, in una sequenza di collisione potrebbe comportare una riduzione significativa delle lesioni alla persona.”
Morte? Evento rarissimo ma sempre possibile
i risultati mostrano che i decessi sono estremamente rari: Una dimensione del campione del mondo reale più grande potrebbe cambiare l’equazione, ma le indicazioni sono che la morte accidentale per drone dovrebbe essere un evento decisamente improbabile. Si potrebbe pensare che il caso peggiore sia quello di essere colpiti da uno dei bracci del rotore appuntiti, ma i ricercatori hanno scoperto che all’impatto i droni tendevano a ruotare lontano dal punto di attacco, portando con sé l’energia cinetica. L’impatto più pericoloso è essere colpiti dallo scafo del drone tra i bracci del rotore. I droni tendono a ribaltarsi quando il controllo viene perso, e purtroppo essere colpiti da un drone rovesciato ha fatto più danni che non l’impatto con un drone non ribaltato.
Dai test si evidenzia che l’orientamento del drone è importante insieme alla velocità e al peso, il che aiuterà a sviluppare le regole per i droni che sorvolano folle di persone, una necessità assoluta se l’industria dei droni di consumo ha qualche speranza di crescere. L’elasticità di un drone di plastica può assorbire la maggior parte dell’impatto, rendendo questo materiale preferibile rispetto al carbonio.
Il grande pubblico non è il solo ad essere curioso della gravità delle collisioni tra droni e umani. I produttori di droni hanno fame di studi scientifici, afferma Arterburn. “Le aziende stanno davvero rispondendo benissimo al fatto che ora hanno chiari standard e metodologie per i test che possono portare a cambiamenti progettuali attuabili che possono migliorare la sicurezza dei loro prodotti per il pubblico”.
Ricordiamo che in Italia solo i trecentini inoffensivi con paraeliche e assicurazione obbligatoria possono volare sulla gente (non sulla folla però).